• [KBpedia] Switch Alps - Serie SKCL/SKCM

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    yLotharY
    Molti, parlando degli switch Alps, direbbero che c'erano prima che arrivassero i Cherry MX... ma non è poi così esatto. Parlare di switch Alps non è così semplice perché la mera indicazione del produttore non aiuta a differenziare la varie tipologie di interruttori creati nel corso della sua storia. Possiamo però ritenere - con una certa serenità - caratteristica, sopra ogni dubbio, la mitica serie SKCL/SKCM: nata nel 1983, ha equipaggiato molte delle tastiere meccaniche di quegli anni e tra queste alcuni mostri sacri come ad es. la Apple Standard Keyboard. [image: 1726391955487-alps_01.jpg] [image: 1726392109969-alps_02.jpg] [image: 1726392115016-alps_03.jpg] In vista dell'ormai prossimo meetup nostrano - MKIT 2024 - ho deciso di dedicarmi ad una build Alps e per questo ho messo mano ad una M0118 recuperata tempo fa su eBay. [image: 1726392357446-alps_04.jpg] [image: 1726392408341-alps_05.jpg] La mia unità sembra prodotta in U.S.A. - nel 1987 apparentemente, in base a quanto stampato sul retro della PCB - e monta switch SKCM Orange - ad eccezione del CAPS-LOCK, che utilizza la più esotica variante «Lock» . La board che ho utilizzato era stata sicuramente riparata in precedenza, a giudicare da un ponte eseguito molto probabilmente per aggirare una pista saltata: anche alcune saldature sono evidentemente posticce. [image: 1726392797415-alps_06.jpg] [image: 1726392806026-alps_07.jpg] Gli switch però sembrano originali e - solo sul bottom, in accordo con quelle che erano le prassi nella produzione di quegli anni - riportano il logo Alps, in corsivo. [image: 1726392919288-alps_08.jpg] Il top rimane quindi anonimo, e presenta i famosi slits ovvero delle piccole braccia il cui compito è quello di fermare ed attutire il ritorno dello stem: la presenza di questi braccetti contribuisce a dare allo stem Alps la sua caratteristica forma, facilmente riconoscibile. [image: 1726393295754-alps_09.jpg] L'operazione di dissaldare gli switch dal plate ha richiesto un certo impegno - per fortuna ho utilizzato la mia fedele HAKKO FR-301, che mi ha facilitato non poco. Nota a margine: i pin degli switch Alps sono più larghi rispetto a quelli degli switch MX, circa 1,22 - 1,24 mm. È bene quindi procurarsi una punta con foro di estrazione con diametro di almeno 1,3 mm - meglio ancora se di 1,6 mm. Gli switch Alps della serie SKCL/SKCM sono decisamente più complessi rispetto alla controparte Cherry MX - riprendendo l'accenno all'inizio di questo post, è curioso notare come sia la serie Alps SKCL/SKCM che quella Cherry MX siano apparse attorno al 1983, muovendo di fatto i primi passi insieme. [image: 1726414737719-alps_10.jpg] Eppure, nonostante la complessità di costruzione, gli switch Alps hanno un meccanismo di chiusura che permette di aprirli anche quando sono installati sul plate. Le linguette di aggancio sono infatti connesse al bottom - contrariamente ai Cherry, dove invece sono attaccate al top - e una volta divaricate permettono di estrarre comodamente il top. Se per gli switch a standard MX è praticamente indispensabile avere uno switch opener dedicato, per gli Alps è sufficiente aiutarsi con delle pinzette. [image: 1726415199560-alps_11.jpg] Osservando il top estratto è subito evidente la concezione meccanica di questa serie di switch: lo stem scorre inserito in due binari posti lungo i suo lati più corti mentre uno dei lati più lunghi è quello che, abbassandosi, aziona il complesso switch plate - che di fatto è il vero meccanismo di questo interruttore. Nel mio caso - variante Orange - sul lato opposto trova alloggio un secondo plate, concepito per donare allo switch la sua natura tattile - ha infatti una curvatura decisamente più accentuata e spigolosa. I due plate sono inseriti mediante guide all'interno del top, con tolleranze davvero molto ridotte. [image: 1726415877476-alps_12.jpg] La molla è da 12 mm - quindi più corta rispetto alla lunghezza standard (15 mm) dei Cherry MX. I pin dei contatti sono posizionati in modo simile a quelli MX ma risultano essere decisamente più in linea. [image: 1726416223665-alps_13.jpg] Il bottom dello stem è asimmetrico: il lato che è rivolto verso lo switch plate ha infatti una rientranza squadrata. [image: 1726416344927-alps_14.jpg] Top e bottom hanno forme più squadrate e regolari rispetto alla controparte Cherry, con una sezione che è rettangolare. [image: 1726416817630-alps_15.jpg] [image: 1726416824080-alps_16.jpg] Il bottom è praticamente piatto, tranne che per tre sporgenze - poco pronunciate - che servono quale fermo per la molla e per lo stem. Gli switch Alps SCKL/SKCL sembrano quindi composti da 5 o 6 parti, dove la componente variabile è data dal secondo plate, quello che è presente solo nelle varianti tactile o clicky. [image: 1726417243780-alps_17.jpg] La procedura di apertura degli switch Alps è molto simile a quella utilizzata per i Cherry. [image: 1726417319038-alps_18.jpg] Il protagonista però indiscusso di questa serie è l'iconico switch plate, un piccolo concentrato di precisione e tecnologia. [image: 1726417425173-alps_19.jpg] [image: 1726417434607-alps_20.jpg] A prima vista è impossibile sospettarlo ma questo piccolo componente è composto - solo lui - da ben sei parti. Ma attenzione: al netto della lamina metallica, che si può rimuovere e riposizionare facilmente, accedere al resto dei componenti è un'operazione che di fatto rompe il plate, rendendo impossibile riassemblarlo nel modo corretto. Ciò che segue non deve quindi essere replicato, è mostrato qui a scopo puramente didattico. Il plate è costruito attorno ad un alloggio in plastica sul quale sono affrancati, sovrapposti, più componenti, tenuti in posizione da due piccoli fermi - sempre in plastica. Una lamina metallica, dotata della foglia che rimane poi a contatto con lo stem, è inserita a cavallo dell'alloggio in plastica, tenuta in posizione per mezzo di un semplice incastro a pressione. [image: 1726417916644-alps_21.jpg] Il procedimento di produzione, una volta inseriti e posizionati i vari componenti, li affranca con una saldatura plastica in corrispondenza dei due perni inferiori, rendendo tale operazione non reversibile. Per poter aprire il componenti è necessario rimuover i due sottili fermi con una lama. [image: 1726418067591-alps_22.jpg] Osservando il plate dal basso è evidente come i due pin di contatto siano quasi allineati in orizzontale e si può intravedere come siano di fatto connessi con due plate sovrapposti. Per meglio comprendere come sia possibile che non generino contatto è necessario aprire il componente. [image: 1726418248121-alps_23.jpg] [image: 1726418254548-alps_24.jpg] La lamina metallica è facilmente rimovibile: togliendola è possibile notare come ospiti un pin metallico appena pronunciato, a forma semisferica, sul lato interno, e in corrispondenza di questo l'alloggio in plastica rivela una sottile linguetta, libera di flettere, essendo agganciata solo dalla parte della base. [image: 1726418531440-alps_25.jpg] Possiamo quindi iniziare a farci un'idea sul meccanismo di attivazione: lo stem, scendendo verso il basso, comprime la lamina metallica, che a sua volta preme sull'alloggio in plastica, con massima efficacia proprio in corrispondenza del pin semisferico. Per andare oltre nella nostra analisi è necessario rimuovere i fermi in plastica: per far questo ho utilizzato un interruttore ormai fallato, con un pin danneggiato durante le operazioni di dissaldatura descritte qui sopra. [image: 1726418733809-alps_26.jpg] Una volta rimossi i due fermi, rimuovendo il contatto superiore ecco comparire una sottilissima membrana isolante trasparente, quasi impossibile da notare altrimenti. [image: 1726418833142-alps_27.jpg] [image: 1726418883006-alps_28.jpg] Non è un caso che questa serie di switch venga chiamata «complicated Alps»: la tolleranza di queste componenti è infatti minima e lo spessore isolante è ciò che garantisce che non ci sia contatto se non in concomitanza di una certa pressione, esercitata in corrispondenza del pin metallico. [image: 1726419052105-alps_29.jpg] [image: 1726419112291-alps_30.jpg] La gabbia in plastica utilizza due pin posti in basso per tenere fermi e allineati i vari componenti: da notare la forma allungata del pin di contatto, che richiama molto da vicino il crosspoint contact dei Cherry. [image: 1726419361290-alps_31.jpg] Ma non è ancora finita: se si osserva infatti da vicino il secondo contatto si scopre che in realtà non si tratta di un unico pezzo bensì di due componenti distinte, tenute insieme da una piccolissima saldatura. [image: 1726419477666-alps_32.jpg] [image: 1726419484838-alps_33.jpg] Il secondo contatto ha di fatto una struttura a ferro di cavallo, su cui è affrancata una sottile lamina conduttrice: per rimuoverla è necessario applicare una certa forza, andando a rompere la piccola saldatura applicata in corrispondenza del pin. [image: 1726419691999-alps_34.jpg] La prima volta che ho provato a sezionare uno switch plate Alps sono rimasto pertanto abbastanza perplesso: sono la bellezza di sei componenti, assemblate con estrema precisione a formare un unico pezzo di dimensioni assai ridotte, realizzato mediante un processo di produzione che ne rende praticamente impossibile alcuna modifica o riparazione. [image: 1726419867575-alps_35.jpg] Per un singolo switch dobbiamo quindi considerare in definitiva la bellezza di almeno dieci componenti - undici (secondo plate) se consideriamo le varianti tactile/clicky. [image: 1726419973164-alps_36.jpg]
  • [KBpedia] Keycaps ISO-IT (tasti in Italiano)

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    yLotharY
    Tutti quelli che si avvicinano al mondo delle tastiere meccaniche custom prima o poi arrivano a porsi questa domanda: «dove posso trovare dei tasti in italiano?». E quello sarà il momento in cui diventerà chiaro il percorso di sofferenza e privazione che ci è stato messo davanti agli occhi... Battute a parte, lo scenario attuale è... complicato. Non impossibile, ma sicuramente più tortuoso rispetto ad altri. La domanda di cui sopra mi è stata posta diverse volte e di solito arriva da chi è ai primi passi nell'hobby: è assolutamente normale, ci passiamo tutti. Questo topic vuole essere un punto di riferimento per raccogliere tutte le informazioni possibili sul tema, così come segnalazioni di GB e/o siti dove poter trovare quanto cercato. La premessa è che - purtroppo - la diffusione del nostro hobby è concentrata su quei paesi in cui il layout standard è quello ANSI: la lingua italiana fa parte della zona EU, pertanto è una nicchia all'interno di una nicchia. Cercare un layout ISO-IT è come cercare un ago nel pagliaio: è bene quindi partire armandosi di tanta - ma tanta - pazienza. Ci sono due strade che possono essere percorse: seguire e partecipare ai GB: stiamo ovviamente parlando di una percentuale ridicola rispetto al totale ma ogni tanto qualche designer offre una o più opzioni per kit internazionali; molto spesso l'unica opzione disponibile è quello che viene chiamato kit «NorDeUK» ma in alcuni casi sono offerti kit separati per lingue differenti, tra cui il kit «South» che di norma raccoglie Italiano, Spagnolo e Portoghese; ovviamente per questa opzione sono considerati anche gli extras che spesso si trovano a GB concluso; scandagliare i vari store alla ricerca di set in-stock con supporto alla nostra lingua: le opzioni non sono molte ma ci sono; è bene però precisare che la qualità in media è decisamente più bassa, e si tratta spesso di scelte di compromesso. Cercherò quindi di mantenere aggiornato questo OP in base alle varie segnalazioni che mi arriveranno, per quanto possibile. IC KBM Caramel - in corso GB KAM Command - concluso KAT Great Wave - concluso KAT Space Dust - concluso, extras su KEYGEM KAT Slurp - concluso KAT Monochrome - concluso KAT Iron - concluso KAT Hyperfuse - concluso KAT Space Cadet - concluso KAT Lich - concluso KAT Cyberspace - concluso, extras su Kono Pre-Order ePBT Creative Studio - in corso su KEYGEM (https://keygem.com/products/epbt-creative-studio-keycap-set-pre-order) In-stock MT3 /dev/tty R3 - disponibile, kit internazionale SA-P Snow Cap - disponibile, kit italiano DSA Granite - disponibile, kit internazionale DSA High Contrast Granite - disponibile, kit internazionale SA-P Sublimated - disponibile, kit italiano DSA Sublimated - disponibile, kit italiano 21KB Italian Classic Retro Beige - non disponibile, layout italiano SA Granite - disponibile, kit internazionale
  • [KBpedia] Mysterium TKL

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    yLotharY
    Quelle che seguono vogliono solo essere delle prime note - diciamo pure «appunti sparsi» - per chi ha intenzione di assemblare una Mysterium TKL (o similare): tutto parte ovviamente dal bellissimo mini GB privato che il buon @AngryBard ha organizzato ormai un anno fa - e che ringrazio ancora per l'impegno e la disponibilità che ha dimostrato in questa piccola/grande avventura. [image: 1704561900550-mysterium_tkl_004.jpg] Da questa esperienza credo di aver imparato tantissime cose nuove e sono sicuro che tanti abbiano da condividere un sacco di piccoli consigli: fatevi avanti! Non mi dilungo troppo nelle premesse: la Mysterium è stata l'apripista di una fortunata serie di board ad opera del mitico coseyfannitutti nel 2019 - purtroppo dal 2020 in poi il progetto sembra essersi arenato - ideate con il preciso intento di poter essere interamente assemblate con componenti through-hole (THT), adatti in ambito hobbistico: è infatti sufficiente un semplice saldatore, un po' di pazienza e un minimo di destrezza manuale. Esiste una guida passo-passo per cui non mi dilungherò a descrivere tutto il processo: per chi vuole approfondire rimando direttamente al repository di coseyfannitutti su GitHub. Vorrei invece soffermarmi su alcuni dei passaggi ed illustrare come li ho affrontati: sono sicuro che gli approcci possano essere molto diversi e sono molto curioso di vedere anche gli altri cosa hanno fatto. [image: 1704561265912-mysterium_tkl_001.jpg] @AngryBard è stato bravissimo nel farci avere tutte le componenti necessarie, in un comodissimo box di cartone. [image: 1704561321449-mysterium_tkl_002.jpg] Tutto è etichettato con precisione, il che rende davvero impossibile sbagliarsi. Nella foto qui sopra la MCU è ancora alloggiata in una bread-board collegata ad un Arduino Uno: c'é stato molto da divertirsi su questo frangente perché avendo acquistato le MCU all'ingrosso, queste sono arrivate senza bootloader installato. Ci siamo quindi dovuti ingegnare per programmarle... e l'occasione è stata utile per scrivere un po' anche su questo argomento - per chi volesse approfondire, qui e qui. Di norma - acquistando la MCU da chi ancora offre il kit - questa arriverà sicuramente già dotata di bootloader, per cui diciamo un problema in meno La guida ufficiale di coseyfannitutti parte con la saldatura dei diodi: io invece sono partito dalla porta USB-C, perché è sicuramente il componente più tricky tra tutti quanti. Quindi tanto meglio togliersi subito il dente... [image: 1704561840204-mysterium_tkl_003.jpg] Il connettore USB-C è posizionato a vista e rivolto verso il basso sul lato superiore della PCB: deve quindi essere inserito al suo posto, la PCB deve essere poi ruotata di 180° e di fatto la saldatura avviene sul retro - così come per tutte le altre componenti. [image: 1704562104441-mysterium_tkl_005.jpg] [image: 1704562121928-mysterium_tkl_006.jpg] [image: 1704562310281-mysterium_tkl_007.jpg] Per prima cosa saldo i punti di ancoraggio più grossi alle due estremità laterali: è importante assicurarsi che il connettore sia quindi in posizione, ben allineato e aderente alla PCB. Nel caso è possibile ammorbidire i punti con il saldatore e trovare la giusta posizione. [image: 1704562297007-mysterium_tkl_008.jpg] La questione cambia sensibilmente per i 16 pin racchiusi tra i punti precedenti: per poter operare su questi è necessario aiutarsi con del flussante - personalmente utilizzo un piccolo pennello, così da applicare uno strato molto sottile e uniforme. [image: 1704563289610-mysterium_tkl_009.jpg] A questo punto è possibile applicare una piccola quantità di lega saldante alla punta del proprio saldatore per poi passarla lentamente sui pin: il flussante farà sì che la lega vada a legarsi ai pin evitando il formarsi di spiacevoli ponti tra di essi. [image: 1704563451684-mysterium_tkl_010.jpg] Su questo passaggio credo che ognuno abbia la propria tecnica: nel mio caso preferisco lavorare con una punta piatta e fare una riga per volta. Mi muovo con la punta dall'alto verso il basso, facendo prima la sola riga inferiore. Poi giro la PCB e faccio lo stesso per la riga superiore - ora ribaltata di 180°. Applico una piccolissima quantità di lega per volta, facendo tante micro applicazioni consecutive e sempre verificando che non si formino ponticelli. Per concludere applico il flussante agli ultimi due punti di ancoraggio rimasti e saldo anche quelli. [image: 1704563678858-mysterium_tkl_011.jpg] Il risultato è direi accettabile. [image: 1704563688107-mysterium_tkl_012.jpg] La saldatura del resto dei componenti è molto semplice: nulla di complicato per chi ha un minimo di confidenza con il saldatore, ma risulta decisamente accessibile anche a chi è alle prime armi. In caso di dubbio può essere sicuramente utile chiedere una mano ad un amico, anche solo per la saldatura della porta USB-C. Alcuni store - come ad esempio il buon 42. Keebs - offrono il servizio di saldatura del connettore USB-C a fronte di un piccolo pagamento. [image: 1704564060252-mysterium_tkl_013.jpg] Per i diodi ho elaborato una mia piccola tecnica, utilizzando un paio di pinze dalla punta fine a cui applico un sottile strato di nastro di carta per evitare di danneggiare i componenti. [image: 1704564089878-mysterium_tkl_014.jpg] Non è di sicuro il metodo più veloce e molto probabilmente non è nemmeno quello più furbo: ho provato in altre occasioni a piegare le gambe dei diodi "in massa" ma il risultato finale non mi ha convinto. Preferisco quindi lavorare diodo per diodo, piegando una gamba per volta. [image: 1704564272481-mysterium_tkl_015.jpg] Afferro il diodo con la punta della pinza, facendo molta attenzione a non applicare una pressione eccessiva: il diodo deve semplicemente rimanere fermo, non è necessario esercitare troppa forza perché potrebbe danneggiarne il rivestimento. [image: 1704564493444-mysterium_tkl_016.jpg] Con le dita vado quindi a piegare una per volta le due gambe, facendo leva il più possibile vicino al corpo del diodo stesso: è infatti importante che la curvatura delle gambe sia la più stretta possibile. [image: 1704564514542-mysterium_tkl_017.jpg] [image: 1704564529709-mysterium_tkl_018.jpg] Il risultato finale è pressoché perfetto. [image: 1704564570554-mysterium_tkl_019.jpg] Un'altra piccola attenzione che ho imparato ad avere è sul posizionamento dei diodi. Lascio le gambe così come dalla piegatura del passaggio precedente e una volta che il diodo è inserito in sede, facendo attenzione che sia ben aderente alla superficie della PCB, vado a piegarle leggermente per evitare che possano poi muoversi quando si renderà necessario ribaltare la PCB per andare a lavorare sulle saldature. [image: 1704564770290-mysterium_tkl_020.jpg] Prima di iniziare a saldare vado però a rimuovere buona parte delle gambe così da rendere le operazioni di saldatura decisamente più agevoli. [image: 1704564831469-mysterium_tkl_021.jpg] (sto pensando di provare a tagliare la gambe prima di inserirle nella PCB, sarà un esperimento che farò alla prossima occasione...) Il kit «canonico» prevede la presenza di un LED rosso ma ovviamente può essere sostituito scegliendone uno del colore che si preferisce. Alcuni LED hanno una resa decisamente maggiore rispetto ad altri e con la resistenza da 1,5 KOhm in dotazione possono praticamente... rendere ciechi...  [image: 1704565168038-mysterium_tkl_022.jpg] In fase di assemblaggio lascio quindi di norma esclusa - temporaneamente - la resistenza R6: finito di saldare - avendo quindi scelto il colore del LED opportuno - vado ad inserire a mano una prima resistenza (parto proprio dal quella da 1,5 KOhm prevista per il LED rosso) facendo attenzione a non creare corti. Vedo la resa e se necessario provo altre resistenze, salendo pian piano, fino a trovare l'intensità che preferisco: solo allora procedo alla saldatura della R6. Come ultima nota aggiungo due brevi cenni alla pulizia della PCB. Molti ho scoperto non si preoccupano minimamente della questione ma a me non piace lasciare la PCB sporca del flussante sprigionato durante la saldatura. [image: 1704565487227-mysterium_tkl_023.jpg] Ho provato vari modi per rimuoverlo e alla fine sono arrivato ad utilizzare questi strumenti e questa semplice procedura: utilizzo un banale spazzolino da denti (nel mio caso la punta di un Oral-B elettrico ormai a fine carriera) che immergo in alcool isopropilico e che utilizzo per spazzolare allegramente i punti di saldatura a spazzolata finita tampono la superficie con panno in microfibra ripeto la procedura più e più volte, fino a quando il risultato non mi soddisfa [image: 1704565770943-mysterium_tkl_024.jpg] Questo è probabilmente il passaggio più noioso tra tutti ma garantisce due risultati molto importanti: pulizia sicurezza I residui di flussante possono infatti favorire la corrosione con il passare del tempo e provocare corto circuiti e/o falsi contatti: meglio quindi eliminare subito il problema. E poi - diciamocelo - le saldature pulite sono anche una piccola gioia per gli occhi. [image: 1704566019518-mysterium_tkl_025.jpg] La saldatura del resto dei componenti è molto semplice: diodi a parte, solo il LED e il condensatore lì vicino hanno bisogno di attenzione per il verso di posizionamento, per tutti gli altri componenti l'orientamento è indifferente - se non per questioni puramente estetiche. [image: 1704566272415-mysterium_tkl_026.jpg] E voi quali trucchetti/attenzioni avete messo in azione?
  • [KBpedia] Keycap Info From Matrix

    kbpedia keycaps
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    yLotharY
    Non ricordo più in che modo sono incappato in questo sito ma trovo molto utile segnalarlo, soprattutto per chi si avvicina allo hobby per la prima volta. [image: 1686470061029-kbpedia_keycaps_info_from_matrix.jpg] Davvero ammirevole il lavoro di classificazione fatto da Matrix Zou, con la raccolta di immagini, kit e relativo prezzo oltre che ovviamente l'indicazione dei link di riferimento per ogni set. Al momento sono redatti solo profili SA, GMK e DSA. Chi vuole può contribuire! https://matrixzj.github.io/ https://github.com/matrixzj/matrixzj.github.io
  • [KBpedia] MCU ATmega - Arduino Uno come ISP programmer

    kbpedia isp avr arduino
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    yLotharY
    Questo topic prosegue il discorso iniziato qui. Abbiamo la nostra amata PCB "morta" oppure abbiamo a che fare con una MCU in cui il bootloader non è (ancora) installato. Sappiamo che ci sono diversi ISP programmer che possiamo usare: ma quale scegliere? A volte abbiamo sotto agli occhi tutto quello che ci può servire... e spesso non ce ne accorgiamo. Qui di seguito vedremo come utilizzare un Arduino Uno al nostro scopo. Questa piccola board infatti è un po' come un piccolo coltellino multiuso e può essere utilizzata per eseguire diversi compiti compreso quello di comportarsi come un ISP programmer. Avremo quindi bisogno di: un Arduino Uno una breadboard pin di collegamento di varia lunghezza 3 LED di colori diversi (opzionali) 3 resistenze da 220 Ohm (opzionali) [image: 1677435098175-kbpedia_arduino_uno.jpg] Il processo che seguiremo è molto semplice: Arduino verrà programmato per comportarsi come un ISP programmer, nello specifico un AVRISP - ovvero una sorta di clone di un programmer, ora fuori commercio, distribuito direttamente da Atmel fino a qualche anno fa. Collegheremo Arduino con una breadboard dove sarà posizionata la nostra MCU - nel mio caso un ATmega32A. [image: 1677435566272-kbpedia_arduino_uno_isp.jpg] La programmazione di Arduino è banale, basta richiamare uno sketch già pronto negli esempi: File » Examples » 11.ArduinoISP » ArduinoISP Lo sketch è ben commentato e per chi volesse ne consiglio un'attenta lettura. Arduino ha già un'interfaccia ISP - proprio vicino al suo ATmega328P - ma nel nostro caso utilizzeremo dei PIN specifici: 10 - RST (giallo) 11 - MOSI (verde) 12 - MISO (arancione) 13 - SCK (blu) [image: 1677436140514-kbpedia_arduino_uno_isp_pin.jpg] Per avere dei feedback durante l'utilizzo di Arduino come ISP è possibile utilizzare anche dei LED, così collegati: 7 - programmazione (verde): lampeggia quando vengono trasferiti dati 8 - errore (rosso): si accende quando ci sono errori 9 - heartbeat (blu): segnala il funzionamento del programmer Nel mio esempio ho utilizzato dei banali LED da 5 mm con delle resistenze di sicurezza pari a 220 Ohm. I LED sono assolutamente opzionali: il sistema funziona anche senza. [image: 1677438703902-kbpedia_arduino_uno_isp_pin2.jpg] Tornando alla programmazione dello sketch: con un Arduino Uno non c'é bisogno di fare alcuna modifica ma per sicurezza è meglio togliere il commento alla riga 81 che diventa quindi: #define USE_OLD_STYLE_WIRING La define USE_OLD_STYLE_WIRING serve infatti per dichiarare i PIN 11, 12 e 13 e il loro utilizzo. Nel codice volendo possono essere modificate altre define e customizzare così i PIN utilizzati: #define PIN_MOSI 11 #define PIN_MISO 12 #define PIN_SCK 13 #define RESET 4 #define LED_HB 7 #define LED_ERR 6 #define LED_PMODE 5 Prendiamo infine nota del clock della seriale che viene impostato a 19200 alla riga 142: #define BAUDRATE 19200 A questo punto siamo pronti per verificare il codice - lo sketch è già rilasciato perfettamente funzionante quindi non dobbiamo aspettarci delle sorprese - e caricarlo su Arduino: se abbiamo utilizzato i LED quello di hearbeat (nel mio caso quello blu) dovrebbe iniziare a lampeggiare lentamente, segnalando che la board è pronta per ricevere comandi. È quindi arrivato il momento di fare i collegamenti verso la MCU. È sufficiente recuperare il datasheet relativo per controllare la posizione dei PIN: [image: 1677437354439-kbpedia_atmega32a_pin.jpg] I PIN che ci interessano sono: 6 - MOSI - da collegare al PIN 11 di Arduino con il cavo verde 7 - MISO - da collegare al PIN 12 di Arduino con il cavo arancione 8 - SCK - da collegare al PIN 13 di Arduino con il cavo blu 9 - RST - da collegare al PIN 10 di Arduino con il cavo giallo 10 - VCC - da collegare alla +5V di Arduino con il cavo rosso 11 - GND - da collegare al GND di Arduino con il cavo nero [image: 1677437689292-kbpedia_atmega32a_spi.jpg] Fatti i collegamenti è tutto pronto: è possibile utilizzare il programma avrdude per testare la corretta comunicazione con la nostra MCU. Possiamo quindi lanciare il comando: avrdude -c avrisp -p m32a -P /dev/ttyACM0 -b 19200 Facciamo però attenzione ai parametri che utilizziamo: -c indica il tipo di programmer che stiamo utilizzando, nel nostro caso un Arduino programmato per comportarsi come un AVRISP -p indica la MCU che vogliamo programmare, nel mio esempio una ATmega32A -P indica la porta seriale a cui è collegato il nostro Arduino -b indica la velocità di trasmissione seriale e deve essere allineata con quanto indicato nello sketch caricato su Arduino In caso di corretta comunicazione dovremmo avere un output simile a questo: ~$ avrdude -c avrisp -p m32a -P /dev/ttyACM0 -b 19200 avrdude: AVR device initialized and ready to accept instructions Reading | ################################################## | 100% 0.02s avrdude: Device signature = 0x1e9502 (probably m32a) avrdude done. Thank you. Arrivati a questo punto siamo pronti per programmare la nostra MCU, caricando ad esempio un bootloader. In un prossimo post vedremo come ottenere lo stesso risultato con un programmer dedicato, nel caso specifico USBasp.
  • [KBpedia] MCU ATmega - ISP programmer - DFU bootloader

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    yLotharY
    Atmel Corporation è un noto produttore di microcontrollori (MCU) fondato nel 1984 e recentemente acquisito da Microchip Technology (2016). È decisamente rilevante per il nostro hobby poiché la serie di microprocessori AVR a 8-bit è praticamente onnipresente sulle PCB delle tastiere meccaniche custom - basti pensare allo ATmega32U4, quasi uno standard de facto. [image: 1661702211148-prove_ikki_aurora_019.jpg] I microprocessori AVR sono generalmente classificati in famiglie e tra queste quella che per noi è sicuramente la più importante prende il nome di «megaAVR», e contrassegna tutti i chip della serie «ATmega». Gli ATmega sono microcontrollori dotati di una discreta memoria interna (flash, da 4 a 256 KB), ampia gamma di PIN (da 28 a 100) e un set esteso di istruzioni: possono raggiungere i 32 MHz e un massimo di 1 MIPS per MHz. I processori AVR sono disegnati per l'esecuzione efficiente di codice compilato scritto in linguaggio C e il codice viene eseguito direttamente dalla memoria flash interna - e solo da quella. Per programmare il microprocessore viene normalmente utilizzata un' interfaccia dedicata che prende il nome di ISP - In-System Programming - oggi comunemente accessibile tramite interfaccia a 6 PIN: VCC: tensione positiva di alimentazione RST: reset GND: massa MISO: Master Input Slave Output MOSI: Master Output Slave Input SCK: Serial Clock [image: 1676139259201-isp_spi.jpg] Esiste anche una versione a 10 PIN con più linee di massa per aumentare l'isolamento da interferenze. Tale interfaccia è di tipo seriale (SPI - Serial Peripheral Interface) con un clock che coordina trasmissione e ricezione (che possono avvenire in contemporanea, full-duplex), e la loro velocità. [image: 1676140573265-isp_spi_pcb.jpg] Il bus seriale viene utilizzato mediante un apposito hardware, di norma identificato con il termine generico di ISP programmer: sono dispositivi generalmente economici, alcuni costano addirittura una manciata di Euro. Sono progettati per essere collegati al PC per mezzo della classica interfaccia USB e al bus ISP/SPI con i classici 6 PIN: lato PC è necessario avere un software capace di riconoscere via USB il programmer collegato e pilotarlo per accedere all'interfaccia ISP/SPI. [image: 1676140545903-usbasp.jpg] Nel mondo delle tastiere meccaniche custom, come abbiamo già ricordato, moltissime PCB sono equipaggiate con MCU ATmega: nella memoria flash interna viene salvato e poi mandato in esecuzione un firmware appositamente compilato - un esempio fra tutti: QMK - che permette alla tastiera di funzionare correttamente. Tra le operazioni più comuni che un appassionato di tastiere meccaniche si trova a svolgere vi è proprio la modifica della configurazione di QMK (ad esempio per aggiungere/modificare layer), la ricompilazione del firmware e il caricamento di quest'ultimo sulla PCB. Ma quindi si rendere necessario armeggiare con ISP programmer, collegare cavi, ecc.? Per fortuna... no. O quasi mai. Insomma: dipende. Ma andiamo con ordine. Per aiutarci nelle operazioni di aggiornamento firmware, nella memoria flash della MCU è di norma presente un software appositamente studiato per poter esporre via USB un accesso diretto all'interfaccia ISP, permettendo di accedere in scrittura/lettura non solo alla memoria flash ma anche alla EEPROM. Tale programma viene identificato con il termine generico di USB DFU (Device Firmware Update) bootloader e come accade per ogni altro software, ne esistono versioni diverse: la maggior parte dei chip ATmega dotati di interfaccia USB escono dalla fabbrica con a bordo un bootloader preinstallato. Grazie al DFU bootloader le operazioni di aggiornamento firmware sono molto semplici: è sufficiente avere la nostra tastiera collegata al PC tramite cavo USB e nulla di più. Può però capitare in certe circostanze di danneggiare il contenuto della flash interna alla MCU - evento raro, ma possibile - e di trovarsi quindi in uno scenario di brick: il processore non ha più accesso al firmware da caricare ed eseguire, e si trova quindi incapace di eseguire qualunque operazione. Di fatto la nostra tastiera è... morta. In questi casi può tornare utile ricordare quanto abbiamo fin qui riassunto: è possibile utilizzare l'interfaccia ISP/SPI per ri-caricare nella flash della MCU il bootloader, e riutilizzare infine quest'ultimo per scrivere nuovamente il firmware. Per fare questa operazione dovremo dotarci di un ISP programmer e premunirci di effettuare i collegamenti diretti all'interfaccia dedicata a 6 PIN: è di sicuro un'operazione più delicata ed invasiva rispetto al consueto aggiornamento firmware. Si renderà necessario smontare la nostra tastiera ed accedere direttamente alla PCB: come se non bastasse... di norma i PIN di collegamento non sono direttamente esposti e molto probabilmente si renderà necessario saldare un header per permetterne l'accesso. La procedura per utilizzare un ISP programmer è abbastanza semplice... ma può creare qualche antipatico grattacapo, specie quando si è alle prime armi. Non mi ero mai interessato più di tanto a questo mondo finché insieme a @AngryBard non ci si è trovati a sbatterci la testa: nel corso del GB per la Mysterium TKL, infatti, ci siamo trovati ad avere tra le mani delle MCU ATmega32A... senza bootloader. In un prossimo post vedremo come poterne venire a capo, utilizzando strumenti diversi.
  • [KBpedia] Mill Max: valgono la pena?

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    alan0fordA
    Premetto che realizzando principalmente handwired non ne ho mai avuto la necessità di prenderli in considerazione, ma mi hanno sempre incuriosito, ed essendo incappato in una guida - vecchia di due anni - ma realizzata da una persona esperta, ho pensato di inserirla qua a futura memoria. Cosa sono? Sono degli zoccoli da 1 PIN da utilizzare su PCB a saldare. A cosa servono? Ad evitare di saldare sul nostro costoso PCB direttamente gli switch, ma appunto gli zoccoli. I PIN degli switch si inseriranno al loro interno senza saldatura (perché hanno una specie di restringimento all'interno che permette il contatto elettrico): [image: 4R9ECqy.png] trasformando così la nostra tastiera a saldare in una tastiera hot swap (permettendo cioè la sostituzione degli switch senza utilizzare un saldatore). Ma allora perché non lo fanno tutti? Bene, ci sono alcuni ostacoli da superare. In primo luogo le tolleranze: infilandosi in mezzo a due cose (il buco del PCB e il PIN dello switch) devono "assorbire" le tolleranze dei buchi e quelle dei PIN; questo significa che se il PCB non ha i fori abbastanza precisi potrebbero ballare o non passare, stessa cosa con gli switch. Detto in due parole, non tutti i PCB e gli switch sono idonei. Come seconda cosa dispongono di una testa (altrimenti sarebbe ancora più difficoltoso metterli in posizione per saldarli, alcuni verrebbero più alti, altri più bassi), testa che tiene alzati del suo spessore gli switch dal PCB. Questo potrebbe causare problemi nel montaggio del plate. Altro punto da tenere in considerazione la loro lunghezza (non è che si possa tagliare l'eccedenza con un tronchesino), potrebbe essere che le sporgenze vadano ad interferire con il case sottostante, soprattutto nelle parti più basse. Aggiungiamo il costo supplementare, la scelta del tipo (sì, ce ne sono di varie tipologie), il montaggio non troppo banale (il motivo di questo post è appunto quello di guidare l'utente nella scelta e nel montaggio con immagini e video presenti nella guida stessa). Link guida su reddit Credits: pxlnght
  • [KBpedia] Gli stabilizzatori: cosa sono e a cosa servono

    kbpedia stabs
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    yLotharY
    Sono uno degli elementi in assoluto più importanti di una tastiera meccanica ma spesso - paradossalmente - sono quelli più trascurati: anche chi bazzica in questo hobby da tempo ha bisogno di diverse build prima di capirne l'importanza e di svilupparne una sufficiente consapevolezza. [image: 1644173945726-kbpedia_stabs_c3_equalz.jpg] Ma andiamo per gradi: che sono gli stabilizzatori? E a cosa servono? È molto facile ed immediato rispondere alla seconda: servono per uniformare ed assistere la risposta di alcuni tasti durante la loro pressione e successivo rilascio. Quali tasti? SHIFT/MAIUSC sinistro (ANSI) SHIFT/MAIUSC destro RETURN/INVIO BACKSPACE BARRA SPAZIATRICE [image: 1644182205585-kbpedia_stabs_ansi.jpg] [image: 1644182227155-kbpedia_stabs_iso.jpg] Se pensiamo ad un tasto «normale» - prendiamo ad es. il tasto «A» - questo ha una dimensione codificata di una unità (1U) che è direttamente proporzionata a quella dello switch su cui è montato: in questo modo la pressione del tasto è centrata perfettamente sullo stelo («stem»). [image: 1644173198651-kbpedia_stabs.jpg] Nel caso dei tasti sopra elencati la situazione è diversa: tutti loro infatti hanno una dimensione superiore a 1U - pensiamo ad esempio alla barra spaziatrice che normalmente è pari a 6,25U o addirittura 7U - e questo causa una leva non trascurabile se vengono premuti ai lati. Gli stabilizzatori intervengono proprio per ovviare a questo problema: anche premendo la barra spaziatrice ad una delle sue estremità la vedremo abbassarsi e poi rialzarsi rimanendo perfettamente orizzontale. La barra spaziatrice è poi molto particolare perché di fatto nelle configurazioni SPLIT può risultare suddivisa in due o tre parti - e normalmente due di queste hanno altrettanti stabilizzatori dedicati. Esistono due grandi famiglie di stabilizzatori, caratterizzate dal modo in cui la leva viene esercitata: Costar style » prevedono il fissaggio solo alla piastra (plate) e hanno degli innesti separati per i keycaps; sono ormai in disuso anche perché il loro assemblaggio è decisamente scomodo; [image: 1644173160904-kbpedia_stabs_costar.jpg] Cherry style » supportano il fissaggio al plate o al PCB, utilizzano un meccanismo simile a quello degli switch; molto facile da montare e/o rimuovere, oggi sono per molti la scelta obbligata, soprattutto nella variante con fissaggio tramite vite direttamente sulla PCB. [image: 1644173174517-kbpedia_stabs_cherry.jpg] Gli stabilizzatori sono oggetto di moltissime attenzioni e ogni giorno che passa viene elaborato un nuovo modo per modificarli (mods) così da renderli più confortevoli o abbellendone il suono (rimuovendo quel fastidioso tintinnio - «rattle» - tipico delle tastiere commerciali). Questo può essere fatto con tecniche di lubrificazione, smussamento di alcuni spigoli, rimozione di alcune parti «non necessarie» o anche tramite aggiunta di - letteralmente - cerotti (come nell'ormai celebre Holee Mod) : particolare importanza ha anche il bilanciamento del filo metallico. https://youtu.be/-vhpHjlkRgQ La ricerca e il mercato sono attivissimi nella proposizione di nuovi modelli e nel corso dell'ultimo anno sono state molteplici le novità in tal senso: Owlab ha presentato i suoi Owlstabs con filo in «metallo liquido» (pre-bilanciati, non si deformano), TX ha elaborato degli stabilizzatori con stelo in doubleshot (POM all'esterno, e mix di POM e TPU all'interno) mentre AEBoards in collaborazione con Zambumon ha rilasciato il primo batch degli Staebies (nuovo disegno con steli in POM e alloggiamento in Nylon). Ci sarebbe molto da dire - fatemi sapere qui sotto se ci sono particolari che volete vedere approfonditi - ma alla fine il dato più importante è uno solo: quando siete davanti ad una tastiera, premete la barra spaziatrice e vi renderete conto immediatamente di che tipo di stabilizzatori fa uso e se questi sono stati moddati a dovere. Ahoy!
  • [KBpedia] Cosa è un Group Buy (GB) e come affrontarlo

    gb kbpedia
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    yLotharY
    Quando qualche anno fa iniziai a perlustrare il mondo delle tastiere meccaniche - e, poco dopo, l'underground delle tastiere meccaniche custom - una delle poche cose che mi fu subito chiara è che queste ultime... non si potessero comprare su Amazon - o su qualunque altro e-commerce generalista. Le tastiere meccaniche custom sono infatti produzioni generalmente molto limitate, fatte dagli appassionati per gli appassionati, e per questo motivo non possono e non vogliono adeguarsi ad un modello di business più «tradizionale» - caratteristiche di questa community che adoro e che spero non cambino mai. Come si fa quindi a comprare una tastiera meccanica custom? E a cosa è bene stare attenti? Questo topic vuole provare a rispondere a queste domande e dare un minimo di base di partenza a chi si sta avvicinando a questo pazzo mondo per la prima volta. Prima di tutto, come sempre, il vocabolario: GB - «Group Buy» : gruppo di acquisto, tecnicamente una sorta di pre-ordine IC - «Interest Check» : manifestazione di interesse, fase che di norma precede il GB e che serve per raccogliere feedback dalla community «in stock» : disponibile immediatamente per l'acquisto MOQ - «Minimum Order Quantity» : quantità minima d'ordine, il quantitativo minimo di unità ordinate da raggiungere per rendere possibile il GB FCFS - «First Come First Served» : chi prima acquista prima riceve la merce, meccanismo di gestione del GB raffle - «lotteria», meccanismo di accesso limitato, tramite sorteggio, al GB «proxy» : normalmente la piattaforma e-commerce, di pertinenza geografica regionale, su cui è possibile acquistare quanto offerto nel corso del GB «render» : immagine digitale generata da un disegno tecnico con l'obbiettivo di illustrare la resa finale della tastiera una volta prodotta «owner» : proprietario, il soggetto che gestisce il GB - da non confondere con il designer al quale il progetto può essere stato commissionato «aftermarket» : il mercato privato, successivo al GB, in cui è possibile acquistare le tastiere Acquisito il lessico, qual è esattamente il processo che porta ad un GB? Inizialmente il designer - colui/colei/team - lavora fuori dai radar, sia per la fase di progettazione che per la fase di prototipazione: è raro - ma può succedere - che il designer coinvolga la community in questa fase e se questo accade la comunicazione avviene attraverso server Discord con canali a tema o per mezzo di topic non ufficiali sulle principali piattaforme - gh (geekhack), KT (KeebTalk) e r/mk (Reddit - MechanicalKeyboards). La durata di questa fase è molto variabile e di fatto, poiché nascosta, praticamente impossibile da ricostruire o monitorare. Quando il designer ritiene di essere pronto per la community ecco allora che si passa in fase di IC: la piattforma di riferimento in questo caso è geekhack dove di norma viene aperto un topic dedicato. La prassi vuole che il progetto debba essere illustrato (storia e caratteristiche) e che alla community vengano dati tutti i dati per poterlo valutare: caratteristiche tecniche, materiali, date e durata del GB, modalità di vendita, proxy, tempi di consegna, e così via. Molto spesso in questo step - almeno nelle sue fasi iniziali - non sono presenti dei prototipi ma solo dei render (questo per le tastiere: per i keycaps invece è praticamente impossibile che si possano avere prototipi in fase di IC o anche di GB). Se la fase di progettazione è stata lunga o se l'IC è stato lanciato a progetto ormai maturo, non è così inusuale che vengano presentate immagini di prototipi e/o video di dimostrazione. Oggi come oggi - poiché la community è molto cresciuta negli ultimi anni - è anche possibile che in fase di IC sia presentato di fatto il prodotto finale, in alcuni casi addirittura con tanto di packaging: questo può ad esempio accadere quando la board è l'iterazione di una precedente produzione di successo, oppure quando l'IC è dedicato al mercato europeo ma è successivo ad un GB di successo in territorio asiatico. Di fatto però lo scopo della fase di IC è quello di attirare l'attenzione della community, con tutto quello che ne consegue: suggerimenti, critiche, richieste di modifica, e chi più ne ha più ne metta. È molto frequente la pubblicazione di un form - oramai la piattaforma di riferimento è quella di Google - per raccogliere e strutturare i feedback della community: ad es. per capire i colori che piacciono di più, le opzioni che convincono maggiormente o anche solo per raccogliere le email personali e notificare agli iscritti la futura partenza del GB. La fase di IC non ha una durata standard: può durare settimane, mesi, in alcuni casi anche anni. Ed è bene capire fin da subito che non necessariamente sarà destinata a maturare in un GB. Come si dice in questi casi, «dipende». L'ultimo step è quello del GB. Giunti qui, il quadro è ormai completo: le caratteristiche della board sono definite, data/durata/modalità pure, i prezzi sono dichiarati - insieme agli eventuali proxy ufficiali - e viene anche indicata una probabile data di consegna. Di norma i GB vengono annunciati a ridosso della loro partenza e hanno durata di circa un mese. Togliamoci subito il sassolino dalla scarpa, intendo in merito alla «data di consegna». Nel mondo delle tastiere meccaniche custom questa è praticamente un unicorno: ovvero non esiste. È bene quindi mettersi il cuore in pace fin da subito: i tempi di produzione sono molto lunghi, normalmente di circa 6-9 mesi, ma non è affatto strano che si arrivi ad un anno o anche più. Difficilmente verrà indicata una data o un mese preciso: le coordinate temporali ormai sono espresse in «quarter» ovvero in trimestri (Q1, Q2, Q3 e Q4) ma non è così infrequente subire ritardi e - di fatto - slittare al quarter successivo. Partecipare ad un GB è quindi come - con buona approssimazione - piazzare un pre-ordine: si paga subito, si riceve la merce a distanza di mesi. Non c'é nessun mistero e nessun inganno: come detto in partenza, queste produzioni sono molto piccole - di norma poche centinaia di unità se non meno - il che le rende impossibili da gestire quali produzioni di massa. I fondi raccolti in fase di GB sono infatti utilizzati per l'acquisto dei materiali, la produzione, il packaging e la consegna. Ma quindi è pericoloso? No. È bene però stare attenti e seguire lo sviluppo del GB in ogni sua fase: prima, durante e anche dopo. Gli attori in campo sono molti: come in ogni nicchia di mercato si finisce per conoscerli tutti ma all'inizio il processo può essere un po' complicato. E allora: cosa fare? Per prima cosa, fare i compiti: individuato un IC o un GB di proprio interesse la prima cosa che consiglio di fare è verificare se l'owner del progetto ha già realizzato altro in passato e quale è stato il risultato. Non è assolutamente detto che chi è al primo progetto sia meno degno di fiducia ma affidarsi a chi si è dimostrato affidabile in precedenza è sicuramente un modo di partire meno esposto a potenziali rischi. In secondo luogo seguire l'evoluzione del progetto e prestare assoluta attenzione allo sviluppo dei prototipi e alle prove sul campo. La presenza dei prototipi è ormai un fattore imprescindibile e la community ha imparato - mi viene da dire, a proprie spese - a premiare la disponibilità degli stessi in fase di IC (fattore molto molto positivo) o di GB. Le prove sul campo sono spesso affidate a streamer (principalmente su Twitch ma anche su YouTube) attivi nella community, che si cimentano in build di prova testando live le varie board. Non è affatto strano che per la stessa board ci possano essere più streamer attivi o che la board venga testata più volte in fase di IC o GB. È molto importante seguire questi contenuti, IMHO: oltre che la resa sonora e il check visivo della qualità dei materiali, delle finiture e dei colori, la ripresa di una build permette di capire in modo più approfondito come la tastiera è progettata, facendosene quindi un'idea molto più precisa. Terzo punto, importante: utilizza Discord. Ogni GB oggi ha un server Discord di riferimento dove poter avere le ultime informazioni disponibili e soprattutto poter interagire con il gestore del progetto. Discord ovviamente è più difficile da monitorare rispetto ad un forum/BB ma ha il vantaggio di una comunicazione più immediata, personale e in alcuni casi, quando serve, privata. È possibile ad es. richiedere informazioni tecniche aggiuntive, avanzare richieste per modifiche specifiche, interagire con chi segue lo stesso GB, incoraggiare il gestore dello stesso e - perché no - protestare se le cose non vanno come vorremmo - mi raccomando: sempre nei limiti di un confronto civile, costruttivo e pacato. Molti server hanno la gestione organizzata dei ruoli, abbinati ai singoli GB: in questo modo per gli iscritti è facile tener traccia degli avanzamenti di progetto, o delle notifiche più importanti, per mezzo di ping dedicati. Quarto punto: utilizza se possibile un proxy europeo. Oggi nella maggior parte dei casi non è un problema, sono davvero molti i progetti che hanno un proxy europeo (ad es. CandyKeys, mykeyboard.eu, Oblotzky Industries, ecc.) ma... non dimentichiamoci che la community è concentrata principalmente in USA e in Asia: gli appassionati in Europa sono pochi (e non parliamo dell'Italia perché qui i numeri sarebbero assimilabili a zero...). Ci sono quindi molti GB che non hanno proxy europei: questo vuol dire acquistare in valuta estera ma soprattutto considerare spese di spedizione maggiori e pagamento - eventualmente posticipato - di IVA e dazi doganali. È bene quindi prestare molta attenzione a questi ultimi due punti perché costituiscono un aggravio considerevole - sicuramente superiore al 20% - sul prezzo finale della nostra amata tastiera. Le ultime considerazioni riguardano la modalità di gestione del GB e lo spietato aftermarket. I numeri dei GB stanno aumentando, insieme a quelli dalla community: non è affatto inusuale che molti GB siano a tiratura illimitata od offrano qualche centinaio di unità (a differenza del passato quando un GB da 50 unità era considerato «grande») ma spesso la disponibilità di board non è sufficiente per coprire la richiesta, soprattutto per quelle tastiere che catturano l'attenzione della community. In questi casi l'owner può optare per diversi approcci, anche misti: FCFS : tiratura limitata, chi prima arriva meglio si accomoda; in questi casi, se l'interesse è alto, è come acquistare il biglietto di un concerto, ovvero si deve battagliare; bene quindi rimanere sempre aggiornati e tenere d'occhio l'evoluzione del progetto; raffle : tramite lotteria, solo i vincitori possono piazzare l'ordine; i meccanismi sono molto molteplici ma quelli più comuni sono tramite Google Forms o per mezzo di bots Discord; ci sono poi proxy che hanno un loro sistema proprietario di gestione raffle (come ad es. mykeyboard.eu o Cannon Keys); anche in questo caso è fondamentale monitorare Discord e i forum per tentare la fortuna al momento giusto. Ed infine... quando tutto è andato male - ho dimenticato il GB, non ho avuto fortuna con il raffle, ecc. - oppure quando scopro che il GB per la board dei miei sogni è avvenuto mesi prima... l'ultima speranza è l'aftermarket: qui è possibile cercare/richiedere privatamente la vendita/acquisto tra utenti finali, al di fuori delle piattaforme ufficiali o degli store della community. Inutile dire che i prezzi sono decisamente maggiorati, in alcuni casi - specie per quelle che sono le board più ambite e/o che hanno avuto tiratura limitata - possono addirittura duplicare/triplicare il prezzo di partenza. Il mio consiglio è di affrontare l'aftermarket solo quando si è sufficientemente consapevoli di quello che si vuole: per questo motivo non la ritengo un'opzione adatta ai neofiti. Con questo spero di aver dato a tutti qualche dritta per poter iniziare ad affrontare l'acquisto di una tastiera custom con meno dubbi, meno apprensioni e maggior consapevolezza del processo in generale. Sia chiaro: l'esperienza ricopre un ruolo fondamentale in questo processo e, per quanto dettagliato, un post come questo non sarà mai sufficiente. La mia speranza è che possa però essere utile a chi vuole approcciare questo pazzo mondo rendendo il processo di comprensione più semplice, veloce e trasparente. Ahoy! 
  • [KBpedia] I profili dei tasti

    gmk kat sa dcs mt3
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    yLotharY
    Quando si parla di tastiere meccaniche e si cerca di inquadrare la materia difficilmente si inizia dall'argomento tasti e si punta direttamente a caratteristiche più evidenti quali i layout fisici e le dimensioni. Di norma il passo è breve prima di capire che di fatto i tasti - keycaps in inglese - sono l'elemento con cui le nostre dita hanno più contatto: e per questo motivo i keycaps attirano da sempre moltissima attenzione all'interno della community delle tastiere meccacniche custom. Sono oggetto di frequenti GB - ormai in media ci sono almeno 4-5 GB al mese - e sono sempre di più i produttori che lavorano per creare nuovi profili. Ma di fatto cosa si intende per «profilo» di un tasto? È molto semplice: basta immaginare di prendere la nostra tastiera, appoggiarla su un piano, girata con il lato corto verso di noi, con la barra spaziatrice sulla destra. [image: 1638986429717-kbpedia_keycaps_profile_table.jpg] [Riferimento immagine: Switch and Click] Con questa inquadratura possiamo pensare di identificare ogni «linea» di tasti con un numero: ciò che rende un po' complicate le cose è che non tutti i produttori - e quindi non tutti i profili - rispettano lo stesso ordine. È bene quindi verificare sempre il set che si sta per acquistare e controllare se il designer ha apportato delle modifiche particolari al profilo «canonico». Ultimamente è abbastanza frequente che la riga in alto con i numeri sia indicata quale R1, quella che per noi è la riga «QWERTY» come R2, «ASD» come R3 ed infine «ZXC» quale R4. Per un layout completo - pensiamo ad es. ad una TKL - mancano la riga della barra spaziatrice e quella dei tasti funzione. Di norma queste due file prendono lo stesso profilo di quelle subito adiacenti: quindi sempre R1 per ESC e amici, e ancora R4 per barra spaziatrice e soci. [image: 1638987887735-kbpedia_keycaps_profile_tkl.jpg] È molto importante nel momento in cui si valuta un set verificare come il designer numera le righe così da poter verificare le combinazioni possibili con i kit base e con i kit aggiuntivi. [image: 1638988042817-kbpedia_keycaps_profile_base_kit.jpg] Chiarite le coordinate di base è quindi possibile addentrarsi nella misteriosa e variopinta giungla dei profili dei tasti... Giusto per togliere le ultime speranze ai deboli di cuore: non esiste ahimé una nomenclatura omogenea dei profili. Alcuni prendono il nome dal produttore - ad es. GMK/Cherry, SA e KAT - altri dal designer - ad es. MT3 - altri ancora da uno schema di classificazione più o meno codificato - ad es. DCS. Ma quindi quanti profili diversi esistono? La risposta è: TANTI Negli ultimi anni la community delle tastiere meccaniche custom è cresciuta tantissimo, la richiesta degli utenti è aumentata e diversi sono stati i produttori a mettersi in gioco, e molti hanno optato per creare nuovi profili - non per altro per evitare blocchi legali o fee per l'utilizzo di diritti altrui. [image: 1638989079018-kbpedia_keycaps_profile_rmk_subs.jpg] [crescita sottoscrittori del subreddit r/mk]
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    yLotharY
    Il modo in cui le tastiere meccaniche custom sono classificate può risultare un po' ostico per i neofiti anche perché le regole non sono vincolanti e spesso compaiono varianti nuove o layout particolari. Ma andiamo per ordine... Partiamo da quello che più è riconoscibile e standard: il 100%. È la classica tastiera (ISO, ANSI, JIS che dir si voglia) con tutti i tasti compreso il tastierino numerico. 100% [image: 1638035795328-kbpedia_size_100.jpg] Da qui in avanti è possibile immaginare le altre dimensioni un po' come una matrioska ovvero andando ad erodere un po' per volta qualche tasto, ovviamente con una certa logica. Se pensiamo quindi di prendere una 100% ed eliminare il tastierino numerico ecco che otteniamo una TKL (Ten Key Less) a.k.a. una 85%. TKL / 85% [image: 1638036851911-kbpedia_size_tkl.jpg] Arrivati fin qui è più facile capire il passaggio diretto ad una 60%: è sufficiente immaginare una TKL a cui vengono tolti il blocco di tasti sulla destra e la riga dei tasti funzione. 60% [image: 1638037229378-kbpedia_size_60.jpg] Per le prossime misure andremo a ... togliere e spostare tasti . Per ottenere una 65% dobbiamo immaginare questo: togliamo i tasti META e CTRL a destra e rimpiccioliamo lo SHIFT destro. Con lo spazio recuperato possiamo traslare il cluster delle frecce di direzione verso sinistra, fino a quando il tasto arrivi a toccare lo SHIFT destro rimpicciolito. Spostiamo ora i tasti INS e CANC verso sinistra fino a farli toccare i tasti BACKSPACE e INVIO. Abbiamo creato una sorta di colonna a destra del tasto INVIO che ora rimane tronca: ci mancano due tasti che quindi andiamo ad aggiungere ... e il gioco è fatto! 65% [image: 1638037818842-kbpedia_size_65.jpg] La particolarità del layout 65% è la presenza di uno spazio vuoto tra il tasto CTRL destro e il tasto che in gergo viene chiamato blocker («blocco»). Per passare ad una 75% ci bastano poche mosse: dobbiamo accorciare i tasti ALT e CTRL destri per far posto ad un tasto in più - andando quindi ad eliminare il blocker tipico delle 65% - e ripristinare la riga dei tasti funzione abbassandola fino a toccare la riga dei numeri, comprimendoli fino a ricavare spazio per due nuovi tasti. 75% [image: 1638040114526-kbpedia_size_75.jpg] L'ultima dimensione bene o male classica è la famosa 40%: non esiste una vera e propria codifica di questa misura ed esistono diverse interpretazioni della stessa, con layout sfalsato (quello a cui siamo abituati, detto «staggered») - come la JD40 - ma anche ortolineare (con i tasti perfettamente allineati) - come la famosa Planck. 40% (JD40) [image: 1638040848581-kbpedia_size_40_jd40.jpg] 40% (Planck) [image: 1638040467636-kbpedia_size_40_plank.jpg] Da qui in poi le tastiere meccaniche custom possono davvero assumere tutte le forme e le dimensioni: esistono altri layout codificati, molti dei quali ergonomici - che sicuramente approfondiremo in un altro topic.
  • [KBpedia] ANSI Vs ISO Vs JSI

    kbpedia ansi iso jsi
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    yLotharY
    Spesso e volentieri quando si parla di layout in merito alle tastiere - in generale, non solo per quelle meccaniche - è facile fare confusione, o meglio, non specificare se si sta parlando di layout fisico o logico. È bene quindi premettere che quando si parla di ISO o ANSI è il layout fisico ad essere chiamato in causa e il modo più semplice per capirlo è contare banalmente il numero di tasti: ISO ha normalmente un tasto in più rispetto ad ANSI, conseguenza diretta della scissione in due dello SHIFT di sinistra che in standard ANSI è singolo. Per questo motivo, se contiamo il numero di tasti, una classica 100% - ovvero una tastiera con set completo di tasti, compreso il tastierino numerico sulla destra - in standard ANSI conta 104 tasti mentre in standard ISO 105. Per lo stesso motivo una TKL - ovvero una Ten Key Less, una tastiera 100% a cui è stato rimosso il tastierino numerico - conta 87 tasti in standard ANSI e 88 in standard ISO. [image: 1638028197127-kbpedia_layout_ansi_104.jpg] [image: 1638028183461-kbpedia_layout_iso_105.jpg] Come è possibile vedere facilmente dalle immagini (si ringrazia keyboard-layout-editor.com per la loro creazione) i due layout si distinguono principalmente per 3 fattori: il tasto ENTER/INVIO: partendo dallo standard ANSI, questo tasto viene scisso ed unito con il PIPE/BACKSLASH e il tasto in più che ne deriva diventa per noi la «u» accentata («ù»); il tasto SHIFT/MAIUSCOLO sinistro viene scisso e dalla parte destra nasce per noi il tasto MINORE/MAGGIORE; il tasto ALT destro prende il nome di ALTGR - ovvero «Alt Graph», necessario per accedere al terzo simbolo presente in alcuni tasti come ad esempio per il tanto amato cancelletto («#»). Nel caso dello standard ISO, pur rimanendo fisso il numero e la disposizione dei tasti fisici, caratteri, simboli e numeri acquisiscono un posizionamento diverso in base alla lingua: è per questo motivo che si parla di layout logici come ad es. ISO-IT, ISO-UK, ISO-ES, ecc.. [image: 1638028213252-kbpedia_layout_iso_105_it.jpg] Esiste infine un terzo layout fisico, specifico del Giappone ovvero lo standard JIS - Japanese Industrial Standard. È molto simile allo standard ISO ma ne espande il numero di tasti portandolo adirittura a 109: il BACKSPACE viene diviso in due tasti; lo SHIFT destro viene diviso in due tasti; la BARRA SPAZIATRICE viene divisa in quattro tasti [image: 1638028226995-kbpedia_layout_jis_109.jpg] Lo split del BACKSPACE, dello SHIFT destro e della BARRA SPAZIATRICE sono ormai opzioni molto comuni nel mondo delle tastiere meccaniche custom e sono sempre più i PCB in grado di supportarli nativamente, sia in layout ANSI che in layout ISO.
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